Un meccanismo premiale per incentivare l’uso di carte di credito e bancomat (ma non solo): fino a 300 euro di bonus per una spesa minima di 3000 euro, a partire dal 1° dicembre 2020. Il Governo estende il beneficio a tutti i settori commerciali escludendo solo i pagamenti on line.
I pagamenti elettronici per la lotta all’evasione fiscale
Questa prima misura si inserisce in un piano più ampio che il Governo ha intitolato “Programma Italia Cashless”, che ha l’obiettivo di ridurre al minimo l’uso del contante per contrastare l’evasione fiscale e favorire l’emersione dei pagamenti in nero. Vuole essere un ribaltamento della solita concezione, che vede un fisco punitivo per chi non rispetta le regole, aiutando i commercianti che sceglieranno la moneta elettronica, anche per piccoli importi.
Quali sono i settori coinvolti e i pagamenti che beneficeranno del bonus
Il Governo ha cambiato in corsa la decisione di scegliere solo alcune tipologie di pagamenti per il bonus cashback. Si pensava, inizialmente, di inserire solo quelli ad alta probabilità di evasione fiscale. A causa dell’emergenza Covid però, molti di quei settori son già stati duramente colpiti e i dati sul PIL hanno confermato una crisi profonda, tanto che si è deciso di estenderlo a tutti i pagamenti, anche quelli più piccoli.

I pagamenti che otterranno il beneficio del bonus saranno tutti quelli effettuati con carte bancomat, carte di credito, ma anche i nuovi servizi di cashless che utilizzano esclusivamente i telefoni cellulari, come per esempio Satispay. Molti istituti di credito hanno recentemente sviluppato dei propri sistemi di pagamento senza carte, utilizzando solo l’applicazione della banca sullo smartphone: anche quest’ultimi rientrano fra i beneficiari del bonus.
L’esclusione delle spese on line: un sostegno agli esercenti
Non beneficeranno del bonus tutti i pagamenti on line. Innanzitutto perché la maggior parte prevede già pagamenti esclusivamente digitali. Il motivo principale è comunque sostenere i commercianti e i negozi, già gravemente penalizzati da una concorrenza spietata ad opera proprio dei colossi del web, che hanno aumentato i propri fatturati in modo esponenziale, proprio durante la pandemia.
Un problema annoso: le commissioni bancarie
Il premier Conte ha fortemente voluto questa misura, che si pensava dovesse partire già a luglio, poi il lockdown ne ha ritardato l’attuazione. Immediatamente gli si è posto innanzi il costo delle commissioni bancarie che l’esercente deve pagare ogni anno per i servizi legati alle transazioni elettroniche, che sono fra i più alti in Europa.
Vi è stato recentemente un incontro tra gli operatori del settore, i cosiddetti “acquirers”, e il Governo per trovare una soluzione che possa ammortizzare le spese per i POS. Lo stesso premier Conte ha sottolineato come tutto il settore sia consapevole della necessità di rendere i pagamenti più veloci, le transazioni più sicure e lottare contro l’evasione dell’IVA. Si sta quindi studiando un sistema di rimborso sotto forma di credito di imposta, che vada a coprire le spese sostenute soprattutto dalle piccole imprese.
Come comunicheranno i vari enti per registrare i pagamenti e come verrà erogato il Bonus Carte 2020
Il Ministero dell’Economia sta studiando come far comunicare i dati degli operatori del settore con la piattaforma PagoPa, in modo da rendicontare le transazioni e collegarle all’Agenzia delle Entrate, la quale inserirà i dati nelle informazioni bancarie già in suo possesso. Sarà quindi necessario un decreto attuativo ad hoc, in cui verranno esplicati tutti i passaggi, che dovrà essere approvato dal Garante della Privacy e dalla Corte dei Conti. Non è stata ancora decisa la modalità di rimborso per il cittadino, se in contanti o in altre forme.
Progetto Italia Cashless: cosa prevede il piano per la riduzione del contante
Il Bonus Carte 2020, partirà appunto il 1° dicembre ma vi sono altri progetti in cantiere, che si svilupperanno il prossimo anno. E’ allo studio la possibilità di inserire un’esenzione fiscale per i pagamenti effettuati con i buoni pasto. Quest’opzione incentiverebbe le aziende ad utilizzarli per i propri dipendenti, con conseguente aumento della tracciabilità delle transazioni. E’ già stato fissato, inoltre , il nuovo tetto per il contante, che scatterà dal 1°gennaio 2022: sarà di 999,99 euro.
Le previsioni di Banca D’Italia sulla diminuzione del contante. La Banca D’Italia ha accolto con favore questa nuova misura adottata dal Governo, in quanto, da dati statistici, i consumatori si sentono molto incentivati dai meccanismi premiali. Raccolte punti, bonus, sconti, sono molto utilizzati dai cittadini, soprattutto in tempi di crisi, e si prevede quindi nel giro di breve tempo, un aumento dell’uso dei pagamenti digitali nell’ordine del 10%. In tutta Europa si sta lavorando per ridurre al minimo l’uso del contante e, con l’arrivo del Recovery Fund, l’obiettivo del Governo è dimostrare, come Paese, che la lotta all’evasione fiscale viene presa seriamente. Lo stanziamento per quest’operazione sarà di 1,75 miliardi per il 2021 ed è già stato approvato col Decreto Agosto. In prospettiva dei sussidi Europei, sarà comunque fondamentale una riforma fiscale complessiva, per vincere la sfida contro l’evasione.
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